giovedì 17 giugno 2010

MATERIALE RADIOATTIVO: QUANDO LE AZIENDE SE NE FREGANO


26 aprile 1986, ore 1:23:44, nella centrale di Chernobyl, in seguito alla violazione delle norme di sicurezza per eseguire un esperimento senza il personale competente, si verifica un’esplosione chimica che sparge in tutta Europa una nube tossica di elementi radioattivi. Ancora oggi si sente parlare di quanto queste sostanze abbiano provocato cancri, mutazioni e molto altro, ma evidentemente qualcuno se ne frega, facendo precedere nella propria lista d’importanza il proprio rendiconto economico alla salute dei consumatori. Sono stati rilevati, infatti, in molti sacchetti di pellet, il truciolato combustibile usato in molte stufe, il cesio 137, elemento altamente pericoloso e tossico, il quale viene rilasciato nell’aria al momento della combustione. Questi pellet sono stati trovati in ben 29 provincie italiane, commercializzati dalla compagnia Emmeelle, e le quantità fino ad ora sequestrate arrivano a circa 10 mila tonnellate di merce. Ma non si ferma qua il problema: infatti questo elemento è stato anche trovato in alcuni funghi della zona Friuli Venezia Giulia, funghi che sicuramente saranno stati venduti in giro per lo stato e ovviamente consumati, e sicuramente sarà presente in molti pallet (o bancali in legno), costruiti con legna proveniente dall’est Europa, legno non controllato dalle aziende scorrette che lo utilizzano; inoltre questi bancali molte volte vengono rubati e rivenduti, mentre quelli rotti e non riutilizzabili vengono bruciati, diffondendo queste sostanze nell’atmosfera, oltre che un'enorme quantità di CO2, e comportando uno spreco enorme. Ovviamente chi ne risente delle conseguenze siamo noi consumatori finali, ma i tempi stanno cambiando, è ora di svegliarsi, agire, controllare personalmente e ricercare informazioni autonomamente, non aspettare che scoppi lo scandalo e poi disperarsi come al solito. Dobbiamo diventare noi stessi un organo di controllo qualità, altrimenti rimarrà tutto come adesso, e saremo sempre schiavi di queste aziende scorrette, rimettendoci soldi e, soprattutto, salute.

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