martedì 15 giugno 2010

LA NOSTRA NUOVA FONTE DI RISCALDAMENTO


Sarà il sottosuolo la fonte di riscaldamento della nuova generazione, attraverso la tecnica dei sistemi di pompaggio del calore sotterraneo (Gshp, ground source heat pumps) che secondo certi studi intrapresi dalla organizzazione governativa britannica, Environment agency, si potrebbe arrivare a soddisfare circa un terzo del fabbisogno totale di calore che entro il 2020 dovrà provenire da fonti rinnovabili.

Si tratta di un sistema di condutture che sfruttano la temperatura del sottosuolo, più calda rispetto a quella in superficie: l’acqua verrà riscaldata automaticamente grazie al calore sotterraneo e, attraverso il sistema di pompaggio, l’energia prodotta verrà trasportata alle abitazioni.

In Italia la geotermia è una delle fonti energetiche alternative più sfruttate, ma siamo comunque all’inizio di un processo che deve essere potenziato e diffuso in tutte le regioni. Altre nazioni come le Filippine, l’Australia e la Svezia stanno puntando fortemente sul geotermico e sono tra i maggiori produttori di energia da fonte geotermica al mondo, mentre la Gran Bretagna è ancora indietro rispetto a questi paesi, ma sta facendo passi da gigante, riuscendo a far installare il Gshp in circa 8.000 case. Questo fenomeno è molto sviluppato a Londra, in cui si riesce a coprire in media il fabbisogno energetico di acqua calda e il riscaldamento rispetto a un'abitazione normale. Entro i prossimi dieci anni si stima che si potrebbe arrivare a fornire un minimo di 320.000 a un massimo di 1,2 milioni di case. Bisogna chiedere però al governo di incentivare con più generosità questa innovamento, e come'è accaduto per i pannelli solari, può avvenire anche per il Gshp.

Per quanto riguardano i costi, l’installazione costerà un po’ di più di una normale caldaia, ma si avrà un sensibile risparmio sulle bollette e inoltre si utilizzerà un’energia rinnovabile.

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